L'Africa romana: atti del 5. Convegno di studio (2025)

Attilio Mastino

1988

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del medioevo spetta a certi recessi dei territori africani conservare il latino e le fedi cristiane rispetto a nuove capitali ormai islamiche. E tra punico e romano, romano e vandalo o bizantino, e prima ancora tra mauro, numida e punico o romano, processi del genere si rivelano numerosi ed eloquenti. Va detto inoltre che molte sono le città e le fattorie romane o bizantine che non hanno trovato prosieguo nella rete poleografica araba ed islamica, spesso assai diversa, limitando così ilfenomeno del reimpiego e consentendo invece i recuperi monumentali dei grandi scavi europei dell 'Ottocento e del primo Novecento. Da questo ombelico delle culture umane quale può definirsi il Mediterraneo, l'Africa romana recita quindi il ruolo di dispensiera di insegnamenti fondamentali, di modelli irrinunciabili per la storia civile, quando si considerino quali esempi di assetto dell 'ambiente e di governo delle risorse si ricavano dallo studio della storia cartaginese e della storia romana. Carico quindi di molti significati è il grazie che gli studiosi rivolgono alle istituzioni che promuovono i Convegni sassaresi su «L'Africa romana», ed ai valorosi protagonisti dell 'iniziativa: Attilio Mastino anzitutto, Sandro Schipani e Giovanni Brizzi. La loro impresa infatti non serve soltanto un tratto della storia antica ma fruga e si approfondisce in un pertugio -quasi un mundus che mena all 'accumulo delle memorie nel sottoterra -aperto tra le ragioni di fondo della storia intera della civiltà: quella nella quale l'Africa romana -corònimo culturale importante -si delinea come versante essenziale del sapere e della formazione delle conoscenze. GIANCARLO SUSINI V CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDIO SU «L'AFRICA ROMANA» L'epigrafia e la storia delle province romane del Maghreb Cagliari -Sassari, 11-13 dicembre 1987 Calendario dei lavori Venerdì 11 dicembre, ore 8,30: Cagliari, cittadella dei musei: -Saluto del prof. DUILIO CASULA, Magnifico Rettore dell'Università di Cagliari; -Saluto della prof. GIOVANNA SOTGIU, Direttrice dell'Istituto di Archeologia, Antichità ed Arte della Facoltà di Lettere e Filosofia di Cagliari; -Saluto del prof. ATTILIO MASTINO, del Dipartimento di Storia dell'Università di Sassari; -Conferenza del prof. RENÉ REBUFFAT, Direttore del Groupe de recherche sur l'armée romaine et les provinces del CNRS di Parigi, sul tema: Les fermiers du désert. -Saluto del prof. FRANCO REST AlNO, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari. Partenza per l'escursione: Museo Nazionale di Cagliari (dr. Gianni Ugas), anfiteatro romano di Karales, Grotta della .vipera, Cagliari; tophet ed antiquarium di Sulci, S. Antioco; tempio del Sardus Pater ad Antas (dr. Raimondo Zucca). Arrivo a Sassari. Sabato 12 dicembre, ore 8,30: Sassari, Aula Magna dell'Università:

L'Africa romana: atti del 5. Convegno di studio (2)

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/ (079) 270442 / 07100 Sassari (I) Noel Duval L'épigraphie chrétienne de Sbeitla (Sufe/ula) et son apport historique Le site de Su/etula 1 (fig. 1) a fourni jusqu'à présent, en trois périodes principales de fouilles et de recherches (1906-1916, 1946-1955, 1963-1971) environ 80 inscription chrétiennes dont environ 70 épitaphes ou fragments d'épitaphes, provenant surtout de trois églises (basiliques II, III et VI). Cette ville offre donc par le nombre matière à un corpus autonome, moins important naturellement, pour la Tunisie, que celui de Carthage 2 , représentant environ un tiers de ceux d'HaYdra 3 et de Mactar4, un peu moins que des villes comme Tabarka, Sousse, Sfax 5 , à 1 Voir la bibliogaphie en annexe. Carte topographique au 50.000 e ,feuille 85 (Sbeitla); Atlas archéologique de la Tunisie, 2 e Série (au l00.000 e), feuille XLVIII (Sbeitla), n° 18.

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Che si giunga con questo volume alla pubblicazione dei risultati del 3 o Convegno «L'Africa romana»-e ciò anzitutto per il puntuale e coIto impegno di A ttilio Mastino-e che stia per svolgersi il4 o Convegno, induce ad una considerazione preliminare. Penso che molti trovino giusto quanto sto per scrivere, altri si avvederanno di averlo spesso supposto ma di non averlo mai chiaramente formulato: che i Convegni di Sassari rispondono ad una domanda profonda, ineludibile e continua degli studiosi,• che questi incontri costituiscono ormai una delle mete annuali, di ragguaglio e di confronto, per tutti gli storici dell'antichità. A riflettere un attimo, gli studiosi di altri evi trovano i loro momenti d'incontro soprattutto attorno a temi non necessariamente distinti per culture e per aree: valga per tutti l'esempio dei medievisti-e mi riferisco in particolare al Centro spoletino di studi per l'Alto Medioevo-, che si volgono ad aspetti diversi di una civiltà che si professa e si ricerca sotto una chiave culturale unitaria, persino quando affronta la dialessi di fedi diverse (la cristiana, l'islamica) e quando esamina gli approcci alle culture del medio ed estremo oriente. Diverso, persino opposto, è l'atteggiamento degli studiosi dell'antichità, perché l'epoca che indagano è portatrice di phi modelli culturali, assommantisi talvolta, spesso in rissa tra loro, e ciascuno di questi modelli interpreta sostanzialmente le proposizioni, le vocazioni e gli esiti storici di un 'area. Tant 'è vero che una delle manifestazioni periodiche di piti alto prestigio negli studi di antichità è rappresentata dagli incontri tarantini, gli annuali Convegni di studi sulla Magna Grecia. Ed i casi potrebbero moltiplicarsi. Bene: gli incontri sassaresi sono gli interpreti di una somma di problemi recati da alcune culture dell'Africa antica e del Mediterraneo occidentale-nella piti ampia latitudine di rapporti-alla conoscenza del mondo antico. Vorrei poter dire alla conoscenza del mondo classico, dal momento che sono convinto che la cosiddetta vitalità del classico si identifichi con la capacità di declinare assieme ai modelli dei greci e dei romani-e delle culture che volta a volta in loro si riconoscevano come ellenismo e come romanità-altri messaggi di pari forza e dignità, ma di aree ed aloni convergenti ma diversi. Introduzione ai lavori si la prova dell'interesse e dell'attenzione con la quale è seguita l'iniziativa nel mondo scientifico internazionale, e debba spinger li a continuare nella via intrapresa, animati dallo stesso entusiasmo che li ha fin qui guidati e che ha portato all'acquisizione dei dati scientifici che tutti possiamo ora leggere nei volumi degli atti dei due Convegni precedenti. Da questa «nave ancorata nel Mediterraneo» che è la Sardegna, con la prora puntata verso l'Africa, consentitemi di augurare a tutti buon lavoro. Ma, prima di passare ai lavori, un doveroso, fervido ringraziamento agli Enti che hanno reso possibile questo terzo Convegno: il Banco di Sardegna, l'Ente Provinciale per il Turismo di Sassari, l'Ente Sardo Industrie Turistiche, la Regione Autonoma della Sardegna e, buona ultima-ma solo nell'elenco-l'Università degli Studi di Sassari che ci accoglie e ci ospita in questa sua Aula Magna. Al Convegno sono pervenuti numerosi messaggi di adesione. Tra i piu significativi ricordiamo quelli del Ministro per la Pubblica Istruzione seno Franca Falcucci, del presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche prof. Luigi Rossi Bernardi, del presidente dell' Associazione Internazionale di Epigrafia Greca e Latina (AIEGL) prof. Georgi Mihailov, del direttore dell'Institut National d'Archéologie et d'Art di Tunisi prof. Mohamed Fantar, del direttore dell'Ecole Française de Rome prof. Charles Pietri, del direttore del centro «Bartolomeo Borghesi» dell'Università di Bologna prof.

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